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MARMO DI CARRARA .jpeg

LADY LAME'S DIARY

Nel cuore di Londra, avvolta dalla nebbia del 1941, viveva una bambina dagli occhi color del cielo dopo la pioggia, un blu profondo che sembrava riflettere il mistero dell’infinito. Si chiamava Katy Lame, ma nel quartiere e tra i banchi di scuola tutti la conoscevano come Lady Lame, un soprannome affettuoso nato dalla sua innata eleganza e dal precoce interesse per la scienza, una passione che aveva ereditato da suo padre, Arthur Lame, un uomo il cui genio era perennemente velato da ombre oscure.

 

Arthur Lame, uno dei più brillanti scienziati del Regno Unito, era un uomo dalla corporatura robusta e dal volto segnato da un tormento interiore. Laureato in tecnologie d'avanguardia, aveva dedicato la sua esistenza alla creazione di invenzioni che sperava potessero migliorare il mondo. Ma la guerra aveva corrotto quei sogni, trasformandoli in incubi. Ogni sua scoperta veniva utilizzata per costruire armi di distruzione, un fatto che Arthur non poteva sopportare. La sua anima era lacerata da una crescente inquietudine, come un veleno che lentamente si diffondeva in ogni angolo della sua vita.

 

Accanto a lui, Rosa, sua moglie, rappresentava un faro di speranza in quel mare in tempesta. Proveniente dalla Sicilia, terra di sole e antiche leggende, dove il mare sussurrava storie di popoli perduti, Rosa insegnava italiano nella scuola media superiore di Coventry. Portava con sé la dolcezza e la forza della sua terra natia, una combinazione che aveva conquistato Arthur con la sua raffinata intelligenza e un fascino senza tempo, rendendola il pilastro su cui si reggeva l’intera famiglia.

 

La loro casa a Londra, seppur modesta, era un rifugio pieno di vita e calore. Katy trascorreva le giornate tra esperimenti scientifici improvvisati, seguendo le lezioni del padre sui segreti della fisica e della chimica. La sera, si immergeva nella cultura italiana, apprendendo dalla madre la lingua melodiosa e le storie di un mondo tanto lontano quanto affascinante. Ma quel fragile equilibrio di pace stava per essere infranto.

 

Le bombe che piovevano su Londra annunciavano un'epoca di terrore e incertezza. Arthur e Rosa compresero che dovevano fuggire, cercare rifugio in Sicilia, dove la famiglia di Rosa li attendeva. Arthur, con la precisione di uno scienziato, pianificò ogni dettaglio: un viaggio in nave verso Genova, da cui sarebbero poi scesi verso il sud dell’Italia. Tuttavia, il destino aveva altri piani.

 

Poco prima della partenza, Arthur ricevette una lettera con il sigillo del governo britannico. Era una chiamata all'esercito, una convocazione a cui non poteva sottrarsi, per progettare nuove armi belliche. Sentiva crescere dentro di sé un profondo disgusto, ma sapeva di non avere scelta.

 

Quella sera tornò a casa, il cuore oppresso da un peso insostenibile. Rosa e Katy erano intente a finire di preparare le valigie quando Arthur entrò in salotto. Il suo viso, solitamente impassibile, era segnato da una preoccupazione profonda.

 

"Sono stato richiamato," mormorò, la voce rotta dall’emozione trattenuta.

 

Rosa lo fissò, gli occhi pieni di una comprensione silenziosa, consapevole che quella separazione avrebbe potuto essere definitiva. Katy, che ascoltava nascosta dietro la porta, sentì un nodo stringerle il cuore. Corse verso il padre, cercando rifugio nel suo abbraccio caldo e rassicurante.

 

Arthur si inginocchiò davanti a sua figlia e le porse una piccola scatola di legno, finemente intagliata e ornata con un antico sigillo. Era un oggetto misterioso, che sembrava racchiudere il peso di secoli di segreti dimenticati.

 

"Katy, questa scatola è per te," disse Arthur, cercando di mantenere la voce ferma. "Dentro c’è qualcosa di molto prezioso, un segreto che si tramanda di generazione in generazione nella nostra famiglia. Devi portarla sempre con te, ma non aprirla mai, a meno che non sia assolutamente necessario."

 

Katy prese la scatola, avvertendo il peso della responsabilità che il padre le stava affidando, un fardello di cui non comprendeva ancora appieno la portata, ma che percepiva come straordinario.

 

Il mattino seguente, Arthur accompagnò Rosa e Katy al porto. Gli addii furono brevi ma intensi, carichi di abbracci disperati e lacrime che non potevano essere trattenute. Arthur baciò la fronte della figlia e le sussurrò: "Sii forte, mia piccola Lady Lame. La scienza ti guiderà."

 

Katy annuì, trattenendo le lacrime, mentre vedeva il padre allontanarsi, il cuore colmo di una sofferenza che sembrava non avere fine.

 

Il viaggio verso l’Italia fu lungo e pericoloso, avvolto da un’atmosfera di tensione palpabile. Rosa e Katy cambiarono navi e treni, attraversando mari tempestosi e terre devastate dalla guerra. Ogni giorno era una nuova sfida, e la paura di essere catturate le seguiva come un’ombra sinistra. Katy teneva la scatola sempre vicina, nascosta sotto i vestiti, sentendone quasi il battito, come se dentro vi fosse un cuore pulsante di mistero.

 

Finalmente, dopo settimane di stenti e incertezze, giunsero a Genova. Il porto era un caos di anime disperate, tutte in fuga da un mondo in fiamme. Rosa teneva stretta la mano di Katy, guidandola attraverso la folla confusa. Stavano per raggiungere il molo quando una pattuglia di soldati italiani le fermò.

 

"Mamma!" sussurrò Katy, con il terrore che le stringeva la gola.

 

Rosa cercò di mantenere la calma e si avvicinò ai soldati per spiegare la loro situazione. Ma i soldati, privi di compassione e devoti agli ordini dei loro superiori, avevano uno scopo preciso: separare le famiglie dai bambini. Katy intuì immediatamente il pericolo e, spinta da un impulso inspiegabile, sentì che doveva aprire la scatola.

 

Con le mani tremanti, estrasse la scatola e la aprì, trovandovi un piccolo dispositivo metallico, simile a un orologio, ma con luci che pulsavano ritmicamente. Non sapeva esattamente cosa fosse, ma intuì che si trattava di un antico dispositivo che non aveva mai visto in vita sua.

 

Con un respiro profondo, premette un pulsante a forma di stella, e il dispositivo emise un suono ovattato, quasi impercettibile. Immediatamente, i soldati e tutte le persone attorno a loro si fermarono, come se il tempo si fosse arrestato. I loro occhi divennero vitrei, privi di espressione. Rosa, ignara del miracolo che si stava compiendo, continuava a parlare con loro, ma Katy la tirò per la mano.

 

"Mamma, andiamo via, subito!"

 

Rosa percepì l’urgenza nella voce della figlia e, senza esitazione, si allontanò con lei, lasciando i soldati fermi come statue. Solo quando furono a distanza di sicurezza, Katy chiuse la scatola e il dispositivo si spense. I soldati ripresero le loro azioni, inconsapevoli di ciò che era appena accaduto.

 

Rosa non fece domande, e Katy non diede spiegazioni. Sapeva solo che suo padre le aveva lasciato un dono capace di proteggerla in un mondo che diventava ogni giorno più pericoloso.

 

Il viaggio verso la Sicilia continuò, e quando finalmente raggiunsero la casa dei parenti, Katy si fermò un attimo a contemplare il mare, il cuore colmo di nostalgia per il padre. Sperava che un giorno sarebbero stati di nuovo insieme, ma finché avesse avuto quella scatola, sapeva che un pezzo di lui sarebbe rimasto con lei, guidandola nei momenti più oscuri, proprio come le aveva promesso.

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